Foto di una corsa di moto in salita del 1990: la Chivasso-Castagneto Po

Dagli scurzin alle maximoto, passando per la Vespa col sidecar

26/07/2021 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Nel periodo tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio dei Novanta l'amico con cui passavo più tempo era appassionato di moto ancora più di quanto lo ero io. Suo padre gareggiava in cronoscalate e competizioni per moto storiche (e continuava a gareggiare fino a pochi anni fa, credo), ed era un appassionato della Moto Morini. A volte pagavo il biglietto per vedere le gare, ma un paio di volte ottenni il pass come fotografo ufficiale del team, e con la mia attrezzatura (Minolta X-700 con Rokkor 100mm/2,5 e teleobiettivo Chinon 200mm/3.5) e feci del mio meglio per tirare fuori foto decenti. Forse avrei dovuto osservare fotografi più esperti di me, perché teleobiettivo e mano ferma non sono gli unici fattori che portano ad una bella foto.

Non era una buona idea, per me, piazzarmi all'inizio del percorso, vicino al bivio con la statale strada provinciale della Val Cerrina: c'era un rettilineo in salita, ma e' nelle curve che vedi cose interessanti: le pieghe. La foto qui sotto e' stata scattata vicino alla strada provinciale della Val Cerrina. L'inizio del percorso e' poche decine di metri più avanti di questo svincolo. Il sidecar "Caimano" si appresta a partire.

Caimano il sidecar disumano sta per partire

Se le strade in salita possono sembrare strette in moto, soprattutto quando sei inclinato e occupi tutta una corsia, immaginatevi su un sidecar... Un aneddoto personale: l'anno prima di questa gara, tornando in Italia dopo una vacanza nel Lake District, conobbi una famiglia di appassionati di moto: marito, moglie e quattro figli. Anni dopo, due di quei quattro bambini divennero campioni del mondo di sidecar. E spesso partecipano al Tourist Trophy, sull'isola di Man, e quello si' che e' un percorso pericoloso.

Il percorso della cronoscalata era ovviamente pieno di curve (ma con pochi tornanti, che abbattono la velocità), e la strada - la Provinciale 99 - e' tuttora piuttosto stretta. A sinistra della strada, salendo verso Castagneto, c'era un guard-rail che a me, in moto, pareva troppo vicino, anche se non lo toccai mai: le curve erano soprattutto a destra, per cui si scendeva in piega verso il centro della strada. A destra un muro in pietra, o alberi.

Oltre il guard-rail, nulla. O peggio, burroni quasi verticali per potenziali cadute di decine di metri. Non ne vidi mai, per fortuna.

Ruo Rui. Conoscete già questo cognome inusuale, a meta' strada tra lo scioglilingua e il mantra buddista da ripetere mentre ti prepari per una partenza? Uno dei campioni più famosi dell'epoca.




Se tutte le foto sembrano scattata dallo stesso posto, di solito e' cosi'.


Nelle corse su strada (comprese le cronoscalate), il "circuito" e' ricavato tra ostacoli architettonici (edifici) e geografici (fiumi, laghi, burroni), per cui mancano non solo le vie di fuga, ma anche i percorsi per spostarsi lungo i vari punti della "pista".


Nel caso della Chivasso-Castagneto, uno dei punti apparentemente migliori e più affollati era il cimitero.


Solo in seguito mi resi conto che quando si fotografa uno sportivo (o una persona qualsiasi, o un animale, o qualsiasi essere vivente) di solito e' meglio fotografarlo da davanti, in modo che si veda la faccia, o in questo caso il muso della moto.


Non credo ci fossero piloti professionisti: anche quelli che erano più professionali (i nomi che ricordo: Ruo Rui, Foti, Burlando) avevano probabilmente un’attività principale differente, anche se legata alle moto (il caso tipico: meccanici o titolari di negozi di moto).

Le categorie erano tante, sia per le moto contemporanee che per quelle d'epoca. In questa foto si intravedono le difficoltà che affrontano piloti di dimensioni medie (va detto che trent'anni fa eravamo tutti un po' meno alti e forse anche un po' meno robusti) su moto di piccola cilindrata, con pochi cavalli e la necessita' di mantenere sempre il motore su di giri. Il termine tecnico per i piccoli motori a due tempi (fino ai 125cc) era scurzin, come mi insegno' il pilota padre del mio amico. Significa "scoreggina" in dialetto ferrarese.


Una rara curva con una via di fuga, per quanto minima.


Yamaha RD350LC, per gli amici "la ipiviesse", dotata di valvola parzializzatrice (YPVS, appunto) e di una distribuzione dei pesi che facilitava le impennate. Sullo sfondo, la salita del cimitero.


Ovviamente non era solo possibile impennare, con la RD350. Anche guidarla stando in piedi era una pratica comune... no, correzione: era una cattiva idea e dava il cattivo esempio agli spettatori.


Due piloti su Kawasaki GPZ900R si incontrano e si salutano.


Il rettilineo dell'arrivo nel centro di Castagneto Po. A volte moto e pilota erano talmente superiori a quelle partite pochi secondi prima che finivano col raggiungerle e a volte superarle. In questo caso chi sta superando chi?


Fare una cronoscalata con un sidecar moderno dev'essere un'esperienza speciale, snervante e fisicamente ardua. E salire su una Vespa sidecar e' un'esperienza memorabile.


Epilogo


Sono passati trent'anni da quando scattai queste foto, spero vi abbia fatto piacere vederle. Se avete riconosciuto un pilota, o se eravate nel pubblico durante la gara, lasciate un commento!

P.S.


A ben pensarci, ogni singola moto presente in queste foto e' una moto d'epoca, se non e' stata radiata nel frattempo!



Argomenti: Cronoscalate, moto d'epoca, Piemonte

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