Come conobbi i campioni mondiali 2009 di sidecar
29/08/2011 | Claudio_VL | 0 commentiNel 1989 visitai il Lake District, in Inghilterra, e la mia Honda CB125x grippo'. Ne aveva tutte le ragioni, avevo appena toccato i 105Km/h, dopo aver finito il rodaggio - mai oltre i 100 - da Torino all'Inghilterra. Idea geniale, far installare un cilindro maggiorato una settimana prima di partire. Dopo il grippaggio, in autostrada sotto la pioggia, un inglese con un furgone si fermo' e mi diede un passaggio fino alla citta' successiva, dove chiese informazioni sul piu' vicino meccanico, e poi mi porto' dal concessionario Honda di Mansfield, nel Nottinghamshire; se ne ando' solo dopo che il commesso del negozio confermo' che si sarebbero occupati della mia moto. In quel momento intuii che le stronzate gli stereotipi sugli inglesi freddi e poco accoglienti avevano poco fondamento.
Io: Ci sono campeggi o bed and breakfast, a Mansfield?
Un commesso: no, ma chiedi a John, dietro al bancone.
Chiesi a John, John Birchall. Era un impiegato dell'officina, e offri' di ospitarmi a casa sua durante la riparazione della mia moto, ovviamente gratis. Non potevo dormire in casa perche' non c'erano piu' letti liberi: ai figli Jonathan (il piu' vecchio, 12 anni), Ben, David e Tom (il piu' piccolo, tre anni) si erano aggiunti altri due bambini per il weekend, e la piccola casetta semi detached sembrava un affollato parco giochi. Piantai la mia piccola tenda nel giardino dei Birchall, e ne fui felicissimo: Mansfield e' turistica come Rozzano o Brandizzo, e non e' che campeggi e bed&breakfast pullulino. Non avevo altra scelta, e m'era capitato un colpo di fortuna, insieme alla sfortuna del grippaggio.
I Birchall non erano ricchi ne' particolarmente benestanti, ma si capiva che c'era una passione che tutti avevano, in famiglia: le moto. Nel garage dei Birchall c'erano varie vecchie moto, compresa una Honda CB900 con sidecar; in casa c'erano solo riviste di moto, e i figli erano interessati alle due ruote come il loro papa'.
John e sua moglie, Sue, mi offrirono da mangiare per tutta la mia permanenza; io e i figli andammo al cinema insieme a vedere Indiana Jones e l'Ultima Crociata; mi colpi' vedere come Ben, benche' avesse solo dodici anni, fosse gia' una persona responsabile: copriva gli occhi dei fratelli minori durante le scene piu' cruente del film, che doveva aver gia' visto. No, Ben non ha tre mani: il piccolo Tom non venne al cinema con noi.
La moto entro' in officina giovedi' sera e ne usci', se ben ricordo, lunedi' a meta' mattina. Tornai a casa, a Torino, senza mai passare i 60 km/h, avevo cilindro e pistone da rodare, e fu una velocita' ideale per risparmiare: la mia piccola Honda quattro tempi fece 62 chilometri con un litro. Arrivato a casa in Italia ringraziai i Birchall via posta, e iniziammo a scriverci. L'anno dopo andai in moto in Scozia col mio Morini Tre e Mezzo, e passai a trovarli sia all'andata che al ritorno. L'anno dopo col Morini in Irlanda, visita ai Birchall a Mansfield. Nel 1993 tornai in Inghilterra, di passaggio verso Scozia e Galles, e andai a trovarli ancora. Per qualche anno ci scrivemmo; poi, come spesso succede, ci perdemmo di vista.
Poco tempo fa li ho ritrovati: niente social networks, basta Google. E mi fa piacere vedere che la passione di famiglia per le moto ha portato buoni frutti, i migliori possibili: i "piccoli" Ben e Tom Birchall sono cresciuti e nel 2009 hanno conquistato il Campionato Mondiale di sidecar.
Link: www.birchallracing.com
Argomenti: Gran Bretagna, motomondiale, personaggi